“La città di Praga è incisa su una coppa di vetro, incisa con un diamante.
Risuonerebbe se la toccassi: striata d’oro, limpida e bianca.”
(Nazim Hikmet)
Nel ventaglio delle città europee che vale la pena di vedere almeno una volta nella vita, c’è sicuramente Praga, la Città magica, la Città d’oro.
Andiamo a Praga?
….
Sì o no?
….
Per decidermi a partire ho tergiversato un po’. Quel po’ durato anni.
Non avevo premura, quindi aspettavo il momento migliore e il compagno di viaggio perfetto per l’occasione.
La bellezza assoluta di questa città credo sia apprezzabile sempre, in comitiva, in gita scolastica o in Erasmus. Ogni occasione avrà il suo mood e tutto andrà per il meglio.
Ma per un week end romantico in coppia, a mio parere, è decisamente una delle destinazioni più indicate visto che questa piccola bomboniera ha molto da dare e sensazioni importanti da lasciare nel cuore.
Avendo già di mio un carattere “fantasioso”, quando progetto un viaggio non mi documento granché, solo il minimo indispensabile. Allo studio, preferisco la sorpresa e l’improvvisazione. Arrivare in una città nuova senza sapere proprio tutto, gratifica il mio stupore e ne amplifica la gioia.
Fedele alle mie personalissime regole, organizzo volo, hotel ma, strappo alla regola, questa volta includo anche il transfer privato dall’aeroporto. E’ l’inizio della favola ma soprattutto una buona idea. Una volta tanto, viaggiamo comodi senza spaccarci le braccia a tirare su e giù i bagagli dai mezzi pubblici.
Come Cenerentola e il Principe Azzurro 2.0, arriviamo in centro su una luccicante auto scura. Niente zucca, soltanto il sogno.
Chissà come sarà il nostro albergo?… come quello scorso o rimarremo delusi?
La macchina si ferma ovviamente all’ingresso principale.
SBAM!
Davanti ai nostri occhi un edificio alto, moderno, fiero e trasparente.
L’hotel Josef si distacca totalmente dallo stile di questa bella città incantata. Scopriremo poi che offre servizi di alto livello e una prima colazione salutare e contemporanea.
Ci viene assegnata una camera all’ottavo piano. Rigorosamente minimal con vasca da bagno a vista come suggerisce Philippe Stark, offre un’ampia vetrata perimetrale con vista sui tetti, musica di sottofondo e tramonto spettacolare!
E’ il quartiere di Staré Město, un’area vivace del centro storico, lastricato come impone la tradizione europea e distante solo una breve passeggiata dal cuore pulsante della città.
Siamo incantati dall’architettura che esprime il meglio di sé nelle piccole piazze che accolgono edifici ricamati e dalle forme precise, attaccati l’uno all’altro come a formare un origami.
Man mano che a piedi raggiungiamo il centro, naso puntato all’insù per ammirare altri edifici che meglio di qualsiasi guida, spiegheranno il carattere di questa città mitteleuropea. Stravaganze architettoniche, case storte che danzano e rigogliosi palazzi gotici creano un divertente e originale miscuglio.
Da sempre penso che l’impatto iniziale di una città nuova sia una sensazione importante e indelebile.
In questo caso, la ridotta dimensione del centro storico di Praga e i quartieri in continuità, permettono di fare amicizia facilmente col posto nuovo, passeggiando amabilmente. Scopro senza fretta una città fino ad allora solo immaginata ma che nella realtà è molto di più di quello che mi aspettavo.
Dopo le presentazioni iniziali arrivano anche le prime sensazioni, prima alla pancia e poi alla testa.
Quella involontaria sensazione di pancia che arriva osservando man mano che si strisciano i piedi sui marciapiedi senza fermarsi troppo a pensare, un po’ come in una lenta processione votiva.
Ogni giorno si cammina sul ricordo di ieri e dell’altro ieri. L’odore caratteristico di quella città diventa pian pianino familiare. Angoli nascosti, marciapiedi malandati, strade secondarie, portoni belli, portoni brutti, negozi e artigiani, tutto scorre davanti ai nostri occhi e nessun particolare ci sfugge camminando.
Staré Město, la città vecchia, è il fulcro dell’architettura e della poesia di questa meravigliosa capitale. Iniziamo proprio da qui.
L’attrazione più vicina al nostro albergo mette d’accordo tutti, scatenando l’effetto WOW. Si tratta del ben noto Orologio Astronomico medievale che fa bella mostra di sé nella piccola piazza, raccolta e pittoresca, un richiamo ai disegni delle fiabe del nord Europa.
Malá Strana è il secondo quartiere centrale collegato al primo dal Ponte Carlo, bellissimo e imponente.
Questa zona è conosciuta come la città piccola, deliziosa e collinare si estende fino ai piedi del Castello, rimando all’omonimo romanzo di Franz Kafka.
Come per Dublino, anche questo mio viaggio è legato a un ricordo scolastico e all’onirico amatissimo romanzo La Metamorfosi, discusso durante un esame di tedesco.
Non lontano dal Castello, il Vicolo d’Oro è imperdibile. Si tratta di una stradina affollata da una fila di undici casette irregolari e pittoresche. Fu chiamato così perché pare ci abitassero gli orafi e forse anche alchimisti intenti a ricercare la pietra filosofale o anche lo stesso Kafka.
La magia di questa città è senza dubbio il Ponte Carlo che sembra danzare sospeso sull’acqua. Costruito sulla Moldava, sta a Praga come Ponte Vecchio a Firenze, Rialto a Venezia, Sant’Angelo a Roma e le Pont Neuf a Parigi.
Percorso obbligatorio per chiunque si trovi in pieno centro della città, permette di calpestare la storia contornati da pura bellezza e di abbandonarsi a inevitabili pensieri romantici. I numerosi passaggi sul ponte suggeriscono fotografie senza tempo e dichiarazioni d’amore mano nella mano.
Costruito in pietra è un capolavoro architettonico. Unisce le due parti del centro storico in soli 500 metri, un percorso breve e significativo. Maestoso, elegante, si integra perfettamente sullo sfondo praghese con le sue guglie protese al cielo e i piedi appoggiati nel lento fiume che lo accompagna.
A proposito del fiume, sicuramente una cosa da non farsi mancare è una passeggiata sulle sue rive, magari di notte, quando le luci calde si specchiano meravigliosamente sulle sue acque.
Proprio alla fine del Ponte in direzione Mala Strana, c’è una piccola strada che in pochi passi conduce a un delizioso ristorantino ancora oggi molto conosciuto in città.
U Modré kachničky (l’anatroccolo azzurro), pittoresco e dal sapore fortemente retrò. La cucina prepara piatti della tradizione, nel menu sono inseriti piatti a base di anatra. All’interno l’atmosfera è bellissima, un salto negli anni Cinquanta con tanto di pianista che allieta la cena. Vale la pena passarci una serata immersi in una atmosfera diversa.
L’aria di Praga profuma di note musicali.
Chi mi conosce sa che per me la musica è importantissima, una vera e propria colonna sonora della vita. Ho già scritto che è il “fil rouge” di ogni mio viaggio. Ogni località nasconde nella propria musica tanti segreti. Al calar del sole, ovunque ci si giri si sentono arrivare melodie che rinfrancano della fatica della giornata e infondono vibrazioni che smuovono l’anima.
Vero è che la Mitteleuropa ha sfornato geni universali come Strauss, Mozart, Mahler, Chopin, Brahms.
Vero è che tutte le tradizioni qui si conservano gelosamente.
Nella fitta trama di questa città che di per sé già risplende, non è raro poter assistere a concerti di musica da camera all’interno di piccole chiese sconsacrate seduti dinnanzi a un gruppo di musicisti in frac.
Mai avrei pensato di poter godere del chiaro di luna fra le note jazz scappate da taverne sotterranee che sembrano sfiorare le nostre gambe e danzare in mezzo ai nostri passi. La notte è così bella per passeggiare, con la colonna sonora adeguata lo è di più. Talmente bella da sembrare un film.
Tutto questo è Praga, la città magica, la Città d’oro.