Alla scoperta di Cipro

La bella addormentata isola di Cipro, con le sue attività chiuse in questo periodo, ci dona pace e relax, per qualche istante proviamo ad immaginare l’estate qui, le sere calde ed i locali aperti ed affollati.

Non rimpiangiamo la scelta di averla visitata a Capodanno, potendo scoprire in tranquillità le bellezze di questa isola.

Atterrati a Larnaca con un comodo volo diretto dall’Italia, ritiriamo la nostra auto e ci dirigiamo verso Ayia Napa, nella parte nord-est di Cipro.

Rimaniamo subito piacevolmente colpiti dal fatto che le autostrade sono in ottime condizioni, la segnaletica è chiara e ordinata e, soprattutto, non si pagano i pedaggi!

Si guida a sinistra, ma lo scarso traffico in questo periodo ci agevola e dopo pochi km ci sembra quasi naturale “andare contromano”.

Ad Ayia Napa ci siamo fermati tre giorni, dedicandone uno a visitare le spiagge dei dintorni, come Nissi Beach, Makronissos Beach e l’area delle “Sea Caves” con immancabile tappa fotografica al meraviglioso Love Bridge, un ponte naturale sul mare.

Il secondo giorno visitiamo Nicosia, la capitale, raggiungiamo la famosa Ledra Street in pieno centro, con i suoi negozi ed i locali, ma per capire il motivo della  notorietà di questa via è necessaria una premessa.

A Cipro, sono passate grandi civiltà: i Greci, i Romani, i Bizantini, i crociati Franchi, i Veneziani e gli Ottomani, ognuno dei quali ha lasciato importanti testimonianze artistiche di grandissimo valore.

In epoca più moderna Cipro divenne protettorato inglese fino al 1960, anno in cui, dopo la lotta di liberazione nazionale, nacque la Repubblica di Cipro. Questa indipendenza però ebbe vita breve, nel 1974 i Turchi invasero l’isola di Cipro e proclamarono la Repubblica Turca di Cipro del Nord, occupando la parte settentrionale e dividendo, nel vero senso della parola, l’isola in due repubbliche.

In Ledra Street si trova la “dogana” per attraversare il confine tra le due repubbliche, con tanto di ufficiali a controllare i documenti, ecco perché è diventata un punto di riferimento.

Il varco è pedonale, per le auto non è consigliato l’attraversamento poiché la copertura assicurativa non ha validità oltre il confine.

L’ultimo giorno raggiungiamo il view point a nord di Ayia Napa, dal quale, con un potente monocolo si può osservare ciò che resta della città fantasma di Famagosta, dopo l’occupazione militare turca avvenuta 50 anni fa.

Il piccolo museo annesso, spiega, con foto e video, com’era la città prima del 1974, località balneare e fiorente porto commerciale e di come ancora oggi la “questione Cipro” non sia risolta.

Ci lasciamo, con un senso di sconcerto, il cartello “no man’s land” alle spalle e proseguiamo il nostro viaggio in direzione sud, fermandoci nei pressi di Limassol per visitare il castello di Kolossi, ex roccaforte dei crociati.

Soggiorniamo altri tre giorni a Paphos, sud-ovest di Cipro, scelta che ci consente di ottimizzare le distanze e visitare il resto dell’isola.

Iniziamo subito dalle Tombe dei Re, patrimonio Unesco, una grande necropoli scolpita nella roccia, risalente al IV Secolo a.C.

Il castello di Paphos, antica fortezza di epoca bizantina, si affaccia sul porto ed è vicinissimo all’area archeologica di Nea Paphos nella zona di Kato, rinomata zona turistica della città.

La casa di Dioniso, il pezzo forte del sito, ha una parte coperta che custodisce i resti dei mosaici di questa residenza nobiliare datata II/III Secolo d.C.

Il giorno successivo ci spostiamo verso la costa ovest, nel borgo di pescatori di Latchi, pranziamo divinamente a base di pesce in una delle taverne sul lungomare e ci godiamo il sole passeggiando con una temperatura “invernale” di tutto rispetto: 20 gradi!

Sulla strada del ritorno, sosta fotografica al famoso scoglio di Afrodite o Petra Tou Romiou, patrimonio UNESCO, dal quale prese vita, secondo la leggenda, la Dea dell’amore.

Per il nostro ultimo giorno sull’isola scegliamo di cambiare panorama e ci dirigiamo verso i monti Troodos.

La prima tappa è il villaggio di Omodos, centro vinicolo e località turistica con diversi negozi che vendono prodotti tipici.

Visitiamo il monastero di Stravos, fondato da Sant’Elena nel 327 d.C.

Proseguiamo tra tornanti e fitta vegetazione fino a Kalopanagiotis, dove dimentichiamo per un attimo di essere a Cipro.

La temperatura è decisamente diversa da quella della costa, il paesaggio è tipicamente montano, a tratti pioggia e nebbia.

Percorriamo la stradina in discesa che dalla via principale conduce al monastero e troviamo una meravigliosa sorpresa: un piccolo ma grazioso mercatino di Natale, con gli chalet in legno e la musica dal vivo, ci ritroviamo catapultati nelle atmosfere delle nostre città altoatesine. Ci concediamo la degustazione di un piatto caldo e una risalita veloce e divertente grazie alla comoda funicolare.

Il nostro tour sui monti prosegue e ci conduce al monastero greco-ortodosso di Kykkos, un luogo mistico e unico, circondato da un panorama da cartolina. Questo monastero di epoca Bizantina, custodisce affreschi di rara bellezza, tra cui l’icona mariana venerata dai pellegrini ed attribuita a San Luca.

Vale la pena arrivare fin quassù per vedere con i propri occhi questo capolavoro incastonato tra le montagne.

La serata di Capodanno ceniamo rigorosamente local, degustando tipicità della cucina greca e cipriota, accompagnate da un ottimo vino made in Cipro, a prezzi onestissimi.

Ultima sosta a Larnaca, cittadina con un lungomare pieno di ristoranti e bar che di tipico hanno ben poco e, a dire il vero, danno l’impressione di essere la classica offerta commerciale per il turismo di massa, ma a noi poco importa, abbiamo trovato a Cipro ciò che cercavamo: relax e bellezza, torniamo soddisfatti e divertiti dal nostro giro di 1000 km percorsi “sul lato opposto”.