FUJAIRAH: EMIRATI ARABI ALTERNATIVI

Fa parte dei sette Emirati Arabi ma è uno dei meno conosciuti e sicuramente meno scintillanti, Fujairah ci ha stupito per svariati motivi.

In fase di atterraggio, Dubai ci sorprende come già accaduto in passato, luci e grattacieli a profusione, impossibile non restare abbagliati.

Il trasferimento in auto da Dubai a Fujairah dura circa due ore, ci lasciamo alle spalle palazzi di vetro, superstrade ed aiuole ben curate per percorrere chilometri di strada in perfette condizioni in mezzo al nulla, solo qualche cespuglio, deserto, montagne, nessuna area di servizio, poco traffico.

Ci soffermiamo a pensare che fino all’inizio degli anni ’70 non esisteva nemmeno una strada di collegamento tra Fujairah e gli altri Emirati, non ci sono giacimenti nel suo territorio e che la catena montuosa dell’Hajar, alle sue spalle come fosse un forte di difesa, gli conferisce un aspetto singolare, misterioso.

A Fujairah si respira ancora l’atmosfera degli Emirati prima della scoperta dell’oro nero, un po’ destabilizzante come sensazione se si pensa al contesto, ma ci si abitua in fretta al ritmo di vita lento e rilassato di questo angolo di mondo.

L’omonima capitale, offre un unico centro commerciale di medie dimensioni, non c’è traccia del lusso che si vive nella vicina Dubai.

Puntando verso nord visitiamo la moschea di Al-Bidyah, la più antica degli Emirati Arabi, risalente al 15° secolo, costruita con mattoni di fango ed ancora in uso per le preghiere, l’ingresso è consentito anche ai non musulmani, ovviamente sempre rispettando la copertura di spalle e ginocchia, le donne devono coprire anche i capelli, per tutti vige la regola di togliersi le scarpe.

Dopo la più antica moschea, ci aspetta la più moderna, seconda solo a quella di Abu Dhabi per dimensioni, la moschea dello sceicco Zayed.

Con la sua facciata bianca, le cupole, le ricche decorazioni, i lampadari e gli archi in stile moresco, 6 minareti alti ben 100 metri ciascuno, ha tutti i presupposti per lasciarci letteralmente a bocca aperta.

Per quanto riguarda invece i palazzi della storia di Fujairah, visitiamo Fujairah Fort, struttura difensiva oltre che casa della famiglia regnante, simbolo di tecniche costruttive futuristiche quando, nel 1670, al posto dei mattoni in fango, venne utilizzata la pietra.

Ma la sorpresa più grande la riservano i monti Hajar, gole e vette sostituiscono i paesaggi desertici. Ci fermiamo in un paio di aree create per le famiglie, una è Shees Park, vere e proprie oasi, con zone relax, parco giochi, aiuole da cartolina e fontane, una piacevolissima scoperta, grazie alla nostra guida che orgogliosamente ci spiega quanto i locali amino passare il loro tempo libero qui.

Lungo la strada per Masafi, la vecchia stazione delle carovane, incontriamo il famosissimo Friday Market, il nome inganna, poiché si tiene quotidianamente e non solo il venerdì. In questa assolata strada regna un’atmosfera da film western, il caldo si fa sentire e tra le bancarelle ed i negozi cerchiamo un po’ di refrigerio offerto da vecchi ventilatori sgangherati e pale al soffitto.

Questo è il posto giusto per acquistare artigianato locale oppure per mangiare street food locale a prezzi veramente low cost.

Il resto della settimana trascorre tranquillo nella zona di Al Aqah, dove scegliamo un resort all inclusive, dotato di curatissimi spazi verdi ed un’ottima SPA, posizionato sulla grande spiaggia affacciata sul Golfo di Oman, proprio di fronte a Snoopy Island famoso sito di immersioni e snorkeling.

Le temperature dell’acqua sono alte a marzo, il clima è secco e leggermente ventilato, un periodo perfetto per un visitare Fujairah.